Il 9 aprile scorso si è concluso, a Tegucigalpa, capitale dell’Honduras, il nono vertice della Comunità degli Stati Latinoamericani e dei Caraibi (CELAC).
Nell’ambito di tale vertice, il Presidente socialista brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva (che il 9 maggio prossimo si recherà in Russia per partecipare alle celebrazioni dell’80esimo anniversario della vittoria dell’URSS contro la Germania nazista e il 12 e 13 in Cina, per il vertice Cina-CELAC), ha affermato che “L’America Latina e i Caraibi stanno attraversando uno dei momenti più critici della loro Storia. Abbiamo fatto molta strada per consolidare i nostri ideali di emancipazione; abbiamo abolito la schiavitù e superato le dittature militari. Ora, la nostra autonomia è di nuovo in gioco. Il momento richiede che mettiamo da parte le nostre differenze. I tentativi di ripristinare vecchie egemonie incombono sulla regione. La Storia ci insegna che le guerre commerciali non hanno vincitori”.
Il Presidente socialista Colombiano, Gustavo Petro, ha invitato i Paesi che compongono il CELAC, a unirsi contro la politica dei dazi imposta dagli USA, spiegando anche che, oggi, esistono solamente due strade per risolvere i conflitti: o con il multilateralismo o con la solitudine, ovvero l’isolazionismo. Egli ha puntato il dito anche contro la politica migratoria di Trump, affermando: “L’agenda della solitudine propone di trattare il migrante come un criminale. I migranti non dovrebbero arrivare in catene nella nostra terra, perché se accettiamo un singolo migrante in catene, non solo torniamo ai tempi di Torrijos, ma torniamo a quando i primi barconi carichi di africani arrivarono in catene”.
Concorde il Presidente socialista cubano, Miguel Diaz-Canel, il quale ha sottolineato la necessità dei Paesi latinoamericani e caraibici di unirsi: “La gravità di questo momento di minacce moltiplicate esige la moltiplicazione delle forze unitarie. Solo l’unità può salvarci. Non ritardiamo oltre l’integrazione sognata e combattuta, da Bolívar a oggi, dai figli e dalle figlie più coraggiosi della Nostra America”.
Anche la Presidentessa socialista del Messico, Claudia Sheinbaum, ha affermato la necessità dell’unità dei Paesi del CELAC, per rivendicare la propria sovranità e il proprio benessere economico: “Oggi più che mai è un buon momento per riconoscere che l’America Latina e i Caraibi hanno bisogno di unità e solidarietà tra i loro governi e popoli, per rafforzare una maggiore integrazione regionale, sempre nel quadro del rispetto reciproco e dell’osservanza della sovranità e dell’indipendenza”.
Al vertice ha portato i suoi saluti anche il Presidente cinese Xi Jinping, il quale ha elogiato la ricerca di indipendenza, autosufficienza e forza che hanno sempre caratterizzato i Paesi del CELAC, parte importante del Sud del mondo. Egli ha altresì sottolineato che quest’anno, la Cina, ospiterà a Pechino la quarta riunione ministeriale del Forum Cina-CEALC, al fine di discutere di come promuovere sviluppo e cooperazione.
Il vertice dei CELAC si è concluso con una Dichiarazione firmata da 30 dei 33 Stati membri.
Gli unici a non votarla sono stati i Paesi guidati dalla destra liberal capitalista filo-statunitense, ovvero da Argentina e Paragauay, ma anche il Nicaragua socialista di Ortega, il quale non l’ha firmata in quanto, nel documento, non è presente una dichiarazione esplicita di difesa di Cuba e Venezuela, oltre che una condanna dichiarata del genocidio del popolo palestinese in Medio Oriente.
I punti cardine della Dichiarazione del vertice sono stati: il rifiuto delle misure coercitive unilaterali imposte dagli USA; l’adesione ai principi della Carta delle Nazioni Unite, al diritto internazionale, alla democrazia, al multilateralismo, ai diritti umani, all’autodeterminazione dei Paesi e alla sovranità e integrità territoriale; unire gli sforzi al fine di garantire che un cittadino dell’America Latina e dei Caraibi sia nominato prossimo Segretario Generale del’ONU; sostegno ad Haiti, preda di gang criminali e le congratulazioni all’Honduras quale presidente pro-tempore dei CELAC
Luca Bagatin