Microcredito: le donne principali beneficiarie

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di MARTINA CECCO

Società. famiglia e lavoro: sono tanti gli ambiti entro cui una donna si trova a dover dimostrare quotidianamente di saper gestire il quotidiano impegno del vivere e di saper gestire la responsabilità sul prossimo (marito – figli). In Africa, come non molto diversamente accade in altre parti del mondo laddove ci troviamo a fare i conti con una situazione economica difficile, in cui le possibilità di sviluppo imprenditoriale sono limitate, si stima secondo analisi delle statistiche che l’84 per cento di coloro che ricevono microcrediti siano delle donne. La situazione di queste donne non è sempre delle migliori: si parla spesso di donne che sono state abbandonate dai mariti, rimaste vedove o con sulle spalle famiglie numerose.

Se a questa situazione si aggiunge la tradizione che rimane in alcuni paesi dell’Africa, per cui la società viene definita antropologicamente come matriarcale o come matrilineare, che si traduce in effettiva responsabilità della donna nella gestione delle attività di sussistenza (2) da cui si spiega l’accesso al microcredito, non è difficile fare due conti “in tasca” ai Governi, in fatto di responsabilità sociale per il mantenimento dell’equilibrio tra le classi sociali, per l’erogazione dei servizi e dei beni primari di sussistenza, per le necessità della popolazione in genere. In altre parole: laddove sono le donne a distribuire i benefici della produttività, laddove sono le donne a determinare la equità dei trattamenti e laddove sono le donne il capofila della economia sociale, la distribuzione del “benessere” diventa orizzontale, da cui il ruolo di fattore determinante nel pregiudicare o sviluppare presupposti di convivenza, reciprocità e pace.

Come sopra descritto è la donna nella maggior parte dei casi il beneficiario delle azioni di microcredito: si potrebbe anche dire altrimenti che è più spesso la donna che nelle situazioni di difficoltà imprenditoriale o economica decide di avvalersi del microcredito. Sono due diversi lati della medaglia, causa e conseguenza di una situazione di bisogno o di un presupposto per lo sviluppo, a seconda dei punti di vista.

La donna chiede di accedere al microcredito nei paesi in via di sviluppo per vari motivi: come sopra descritto può accadere perché in una società patriarcale si trova sola, in situazione di bisogno, non possidente di beni e danaro, ma dotata di spirito imprenditoriale; si tratta poi di casi in cui la donna è diretta e principale artefice della produzione economica di beni di sussistenza come nella società matriarcale, per cui è essa stessa la prima e unica responsabile delle attività di microimpresa; si tratta infine di situazioni in cui la donna, di qualsiasi astrazione e ceto, si trova a dovere fare i conti con il mantenimento della famiglia e con le necessità economiche essenziali per il suo lavoro.

Queste e altre le motivazioni per cui si spende la campagna di sensibilizzazione Noppaw, mirata all’assegnazione del Premio Nobel per la Pace alle donne africane, iniziativa promossa da Cipsi, e da Chiama l’Africa, che si muove nella direzione solidale, al fine di fare in modo che sia la comunità internazionale a trovare le giuste forme di riconoscimento del ruolo di promotore sociale della donna africana. La campagna ha l’obiettivo di riconoscere il merito della donna africana, anche attraverso l’attribuzione alla Donna Africana del Premio Nobel per la pace nell’anno 2011.

Di Martina Cecco

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