Accordo sugli investimenti tra Ue e Cina, ma l’intervento di Macron fa arrabbiare l’Italia

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Cina e Unione Europea hanno raggiunto un accordo “di principio” sugli investimenti, che pone fine a sette anni di negoziati tra Pechino e Bruxelles. L’accordo raggiunto ha “un grande significato economico”, recita una nota dell’Unione Europea e “lega le due parti a una relazione sugli investimenti fondata sui valori e basata sui principi dello sviluppo sostenibile”.

L’intesa servirà a “riequilibrare” il commercio e gli investimenti tra Cina e Unione Europea e prevede una “piena attuazione” degli accordi di Parigi in materia di clima e ambiente: ci saranno, poi, un “robusto meccanismo” di applicazione e monitoraggio, garanzie nei campi del trasferimento di tecnologia contro “pratiche distorcenti”, e “chiari obblighi” per le imprese statali cinesi.

Per Pechino, l’accordo “fornirà agli investimenti reciproci un maggiore accesso al mercato, un livello più elevato di ambiente imprenditoriale, maggiori garanzie istituzionali e una cooperazione più brillante” e “stimolerà con forza la ripresa mondiale nel periodo post-epidemia”, ha dichiarato il presidente cinese, Xi Jinping.

La presenza non annunciata di Macron

L’intesa è stata siglata in un incontro in video collegamento tra il presidente cinese e i vertici Ue, la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, la cancelliera tedesca Angela Merkel, in qualità di presidente di turno; all’incontro c’era però anche il presidente francese, Emmanuel Macron e proprio la sua partecipazione del capo dell’Eliseo, la cui presenza non era giustificata dal formato dell’evento, è stata accolta con “sorpresa” dall’Italia, che “era a conoscenza della volontà di Macron di inserirsi” ma sperava che questo scenario venisse evitato.

L’Accordo Complessivo sugli Investimenti (Cai) è “un grande passo avanti” che “ristabilisce l’equilibrio” nei rapporti tra Ue e Cina, dando alle imprese europee “un forte impulso” sul mercato cinese, ha commentato il vice presidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis. Il risultato di oggi, ha aggiunto, non risolve tutte le difficoltà nel rapporto con la Cina – che Bruxelles considera un “rivale sistemico”- anche se “lega Pechino a impegni significativi nella giusta direzione, più di quanto si sia mai detta d’accordo a fare prima”.

La Cina assicura che l’intesa si applicherà a tutti i campi, ha dichiarato il portavoce del Ministero del Commercio di Pechino, Gao Feng, con nuove opportunità soprattutto nei settori del manifatturiero avanzato, dello sviluppo verde e dei servizi. Lanciati ufficialmente nel novembre 2013, i negoziati tra Cina e Ue sono cominciati ufficialmente a gennaio 2014 e si sono protratti per 36 round di colloqui.

“Una vittoria del multilateralismo”

L’ultimo scoglio riguardava il rispetto degli standard internazionali in materia di diritto del lavoro, che Pechino promette di osservare, nonostante permangano ancora molti dubbi da parte dell’Ue (e degli Usa). La Cina è oggi il principale partner commerciale dell’Unione Europea e l’accordo giunge a poche settimane dall’insediamento alla Casa Bianca di Joe Biden, che ha promesso un maggiore coinvolgimento degli alleati internazionali per esercitare pressioni sulla Cina.

Il suo team aveva espresso preoccupazione in vista dell’accordo e il consigliere per la Sicurezza Nazionale scelto dal presidente eletto, Jake Sullivan, aveva chiesto preventive “consultazioni” con i partner europei sulle pratiche economiche di Pechino: un richiamo rivolto soprattutto alle accuse di sfruttamento del lavoro forzato nella regione autonoma dello Xinjiang, nel mirino dei sospetti internazionali di violazioni dei diritti umani e detenzioni di massa.

Per Pechino, però, l’accordo – che dovrà essere tradotto, ratificato dai Ventisette membri dell’Unione e approvato dal Parlamento europeo – manda un messaggio di vittoria del multilateralismo all’amministrazione Usa entrante. La Cina, ha detto Gao, “rimane impegnata nel nuovo paradigma di sviluppo e nell’espansione delle aperture. Vogliamo cooperare con tutte le parti, inclusi gli Stati Uniti, per uno scenario di benefici reciproci”.

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