Piano PRC – Piano Crescita per Reti per il rilancio del Paese

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Il Piano, messo a punto da AIP con il supporto di alcuni cofinanziatori e rappresentanti di Enti istituzionali particolarmente sensibili alle sorti del Paese, è stato studiato e progettato per rivitalizzare il sistema produttivo italiano. L’innovativa proposta di politica industriale si fonda sull’interpretazione di AIP dei recenti dati statistici (ottobre 2013), affidati dalla Commissione Europea ad Eurostat, DIWecon, DIW, London Economics. Tali dati dimostrano, innanzitutto, che il problema della dimensione aziendale riguarda tutti i paesi europei, anche se in misura leggermente diversa: per vendere nei mercati globali e per fare ricerca, la dimensione è condizione fondamentale. Si può quindi parlare di un modello esportabile in Europa.
In effetti l’obiettivo di AIP, nel quadro politico attuale in cui sono diventati di condivisione comune gli obiettivi di crescita reddituale e di sviluppo dell’occupazione a livello europeo, è quello di offrire un modello praticabile sui tempi brevi incentrato sulle tecnologie esistenti, piuttosto che sull’innovazione tecnologica.
Il Progetto valorizza il modello delle Reti di Impresa di nuova generazione: il recente strumento organizzativo del Contratto di Rete che consente alle aziende di aggregarsi e creare, così, un nuovo soggetto giuridico e imprenditoriale. A ottobre 2014, le Reti di Impresa, attive in Italia, sono 1.770 e coinvolgono oltre 9.000 imprese.
Il modello presentato da AIP è adatto anche all’internazionalizzazione delle imprese: consente infatti di evitare gli investimenti diretti all’estero (I.D.E.) sfruttando la partnership tra soggetti che già operano su territori esteri. Naturalmente, perché ciò si possa attuare attraverso il Contratto di Rete, è necessario implementare le Reti dotate di soggettività giuridica, le uniche che possono avere riconoscibilità internazionale come soggetti unitari. Tale tipologia consente di mettere al riparo gli imprenditori dai possibili fallimenti individuali: rischi che le Reti prive di soggettività presentano.
“Le evidenze del Piano – ha dichiarato Domenico Palmieri Presidente di AIP – Associazione Italiana Politiche Industriali – sono di grande importanza: circa 880.000 nuovi posti di lavoro e di un incremento del PIL nazionale dello 0,8-0,9%. Sono risultati che si sviluppano sulla base di valori tendenziali per una crescita totale di 10.000 Reti in 6/7 anni. È un incremento inferiore alle 1.500 Reti/anno, numero già oggi raggiunto nei primi mesi di vigenza del Contratto di Rete.”
Naturalmente, la formazione di Reti va incentivata in maniera più significativa di quanto finora attuato, introducendo incentivi di importo di almeno € 500.000,00 per Rete, oppure l’esenzione fiscale per i primi 4/5 anni dalla costituzione.
“La novità consiste nell’introduzione di criteri selettivi di assegnazione degli incentivi in termini di destinazione solo a Reti dotate di soggettività giuridica, focalizzate sui mercati internazionali e con una dimensione minima di 80 addetti e non più, quindi, generalizzata – ha proseguito Palmieri. Non contano, a nostro avviso, il numero di partner per Rete, ma gli addetti coinvolti; la curva di distribuzione dimensionale, infatti, è più importante degli stessi fattori di costo e della quantità di partner, criterio fino ad oggi scelto dalle Regioni”.
Il Piano prevede anche la più netta differenziazione nell’aggregazionismo europeo tra Cluster e Reti di Impresa: i primi sviluppati intorno all’innovazione tecnologica potrebbero rimanere gestiti dal MIUR, le seconde, da far gestire solo al MISE, intorno all’ottimizzazione organizzativa e dimensionale con l’utilizzo anche delle tecnologie esistenti, e coinvolgenti anche il Made in Italy, e quindi con tempi brevi di sviluppo e non lunghi come i Cluster, che giocano sull’innovazione tecnologica.
Si ringraziano per il supporto allo sviluppo del “Piano PCR – Piano Crescita per Reti”:
Camera di Commercio di Pavia – Camera Nazionale della Moda Italiana – Cassa Depositi e Prestiti – Fondazione CARIPLO – Ministero dello Sviluppo Economico – Provincia di Milano – Regione Lombardia – Regione Piemonte

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