Auto in crisi ma non quelle blindate

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di Oscar Bartoli

L’industria dell’auto sta andando a catafascio in tutto il mondo con un effetto domino che ha cominciato a colpire pesantemente le aziende giapponesi che sembravano essere quelle che, rispetto alle americane, avevano ancora margini di guadagno. Finchè il petrolio e’ stato al disopra dei 100 dollari a barile le asiatiche ed in particolare Toyota e soprattutto Honda hanno guadagnato. Oggi la Honda che con la Civic e Accord era riuscita a scalare il mercato mondiale denuncia un calo dei profitti del 90%. Ma c’e’ un comparto di nicchia del settore automobilistico che fa soldi a più non posso. Si tratta di quelle piccole aziende, come l’americana Alpine, che convertono i modelli delle case piu’ note in auto superblindate. Molti di voi avranno notato durante la cerimonia dell’Inauguration di Barack Obama che, ogni volta un agente dei servizi segreti doveva aprire la portiera, la manovra era fatta sotto sforzo evidente.

L’auto superblindata del presidente degli Stati Uniti non e’ un esemplare unico. I trasformatori non ce la fanno a tenere dietro agli ordini che vengono soprattutto dal Messico (e non si sa se si tratta di imprenditori e finanzieri preoccupati per la piaga dei rapimenti oppure di capi dei vari cartelli della droga). Ma le richieste du auto blindate vengono anche dal Medio Oriente e da alcuni paesi dell’Est europeo. Le vetture che meglio delle altre si prestano alla blindatura sono i SUV. L’esperienza dei veicoli militari usati nella guerra irachena, ha dimostrato che la prima cosa da fare e’ la modifica del pianale che deve essere rivestito da piastre di acciaio per proteggere i passeggeri nel caso di bombe e mine piazzate lungo il percorso. L’interno diviene un patch work di pezzi di acciaio che vanno a ricoprire tutte le strutture interne. I vetri sono a prova di bomba, le sospensioni devono essere potenziate per sostenere il grande peso della blindatura. E poi gli optionals: ci sono clienti che si accontentano solo di un impianto che produce nebbia artificiale. Altri vogliono lo scarico dei chiodi a tre punte, oppure i lancia razzi sia sul tetto della vettura che sul retro.

James Bond continua a fare scuola. E per rispondere all’interrogativo del potenziale acquirente in visita allo stabilimento (“Ma resiste alle pallottole?”) i dirigenti allestiscono uno show con inseguimento di una macchina bersagliata da cecchini appostati agli incroci di un ipotetico villaggio. Inutile dire che al prezzo della vettura, che si aggira sui 500mila dollari e più, bisogna aggiungere anche lo stipendio di un autista specializzato che abbia frequentato un corso di guida per queste auto che hanno comportamenti stradali molto singolari.

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