George Galloway è probabilmente, assieme a Jeremy Corbyn e a Jean-Luc Mélenchon, l’ultimo dei socialisti europei autentici.
Rarità negli ultimi trent’anni, se pensiamo che, in Europa, come ho scritto più volte, il socialismo è completamente scomparso, per lasciare lo spazio all’egoistico liberal-capitalismo assoluto e al più retrogrado militarismo.
Ebbene, George Galloway, alla guida del socialista Partito dei Lavoratori della Gran Bretagna (Workers Party of Britain), è stato eletto deputato del Parlamento del Regno Unito alle elezioni suppletive del collegio di Rochdale del 29 febbraio scorso, con il 39,7% dei voti, battendo l’Indipendente David Tully (21,3%), il Conservatore Paul Ellison (12%), il Laburista Azhar Ali (7,7%), il Liberaldemocratico Iain Donaldson (7%) e l’esponente della destra euroscettica Simon Danczuk (6,3%).
Nato da una famiglia di umili operai nella città scozzese Dundee, vissuto nel quartiere irlandese, classe 1954, già collaboratore del giornale britannico “The Guardian”, scrittore (è autore di una biografia di Fidel Castro, una dell’ex calciatore e allenatore nordirlandese Neil Lennon e di una sua autobiografia), George Galloway fu attivo nel Partito Laburista britannico fin da adolescente.
A 26 anni divenne Presidente del Partito Laburista in Scozia e, con tale partito, fu eletto in Parlamento, per la prima volta, nel 1987.
Nel 2003 fu espulso dal partito con l’assurda accusa di gettare “discredito”. In realtà, le posizioni socialiste e autenticamente laburiste di Galloway e quelle del nuovo corso liberal capitalista e guerrafondaio di Tony Blair, non erano più compatibili da tempo.
Fu così che, nel 2004, entrò a far parte del socialista, anticapitalista, antimperialista e nonviolento Respect Party, con il quale fu rieletto al Parlamento nel 2012, alle suppletive del collegio di Bradford West, rimanendo in carica fino al 2015.
Anticonformista e libertario, nel 2006, divenne anche, goliardicamente, concorrente del Grande Fratello VIP britannico.
In tutti questi anni si è sempre battuto, sia dentro che fuori dal Parlamento britannico – come tutti i socialisti autentici (uno per tutti, il nostro caro vecchio Bettino Craxi) – per la giustizia sociale, il multipolarismo, il sostegno alla causa palestinese, il superamento del capitalismo, la liberazione del giornalista libertario Julian Assange, guidando oggi il Workers Party of Britain, ovvero il Partito dei Lavoratori della Gran Bretagna, fondato nel 2019 da supporter dell’ex leader laburista Jeremy Corbyn.
Il Workers Pary of Britain, infatti, si propone – in primis – di raccogliere i voti dei delusi dell’attuale Partito Laburista, ormai da tempo svuotato e diventato partito liberal capitalista e militarista, non così diverso da quello Conservatore.
Il Workers Party of Britain, che ambisce a diventare un vero grande Partito Laburista autentico, si propone, fra le altre cose: una ricostruzione dell’industria britannica; la ridistribuzione della ricchezza e del potere ai lavoratori; la partecipazione e il controllo delle imprese da parte dei lavoratori; la possibilità di andare in pensione a 60 anni; la richiesta di un referendum che chieda ai cittadini l’uscita della Gran Bretagna dalla NATO; il diritto alla casa per tutti; un trasporto pubblico gratuito o comunque economico; una sanità gratuita e universale ed ha simpatia, a livello internazionale, per le politiche socialiste e multipolari di Repubblica Popolare Cinese e Cuba.
Il Workers Party of Britain si propone, dunque, quale alternativa socialista in Gran Bretagna. Una alternativa che manca da tempo, tanto nel Regno Unito, quanto in Unione Europea.