Legami più stretti fra Brasile e Cina nel nome di un mondo più aperto e inclusivo

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Brasile, Repubblica Popolare Cinese, doplomazia Vaticana, tre realtà che, negli ultimi due anni, hanno contribuito e stanno contribuendo a gettare acqua sul fuoco di conflitti che hanno avuto origine decenni fa, anziché soffiare sul fuoco dei nazionalismi e dei particolarismi, come spesso qualcun altro ha fatto e sta facendo.

In tale contesto, prosegue la cooperazione che dura da cinquant’anni, in particolare – negli ultimi quindici anni – all’interno dell’alleanza economica denominata BRICS, fra Cina e Brasile.

Lo scorso 19 gennaio, infatti, il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha incontrato il Presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, a Fortaleza, in Brasile.

Il Ministro Wang ha apprezzato le posizioni del Brasile relativamente al principio dell’unica Cina e, anche a nome del Presidente Xi Jinping, ha sostenuto il Brasile nell’accelerare il suo sviluppo sociale ed economico, invitandolo inoltre ad approfondire la comunicazione strategica e le relative nuove prospettive in ambito geopolitico.

Il Ministro Wang ha altresì auspicato la possibilità di rafforzare i rapporti fra i due Paesi, oltre che con tutta la Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici (CELAC) ed il Mercosur (Mercato comune del Sud), nel solco della “modernizzazione e della promozione di un ordine internazionale giusto e ragionevole”.

Il Presidente socialista Lula, da parte sua, oltre ad aver trasmesso i suoi saluti al Presidente Xi, si è detto impaziente nel voler rafforzare gli scambi ad alto livello fra i due Paesi, rafforzando altresì la partnership strategica globale.

Il Presidente Lula si è detto, in particolare, entusiasta di imparare dell’asperienza cinese nell’ambito della governance globale, aggiungendo che le imprese cinesi sono le benvenute per quanto riguardano gli investimenti in Brasile.

Il Ministro cinese Wang ha, infine, incontrato il Vicepresidente brasiliano Geraldo Alckmin e il consigliere capo della presidenza del Brasile Celso Amorim, oltre che il Ministro degli Esteri brasiliano Mauro Vieira.

Tutte le parti hanno convenuto che occorre lavorare per costruire “un mondo aperto, inclusivo, pulito e bello che goda di una pace duratura e della sicurezza per tutti i cittadini del Pianeta”.

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