Tendenze

La rassegna, aperta fino al 5 maggio, propone quaranta lavori tra dipinti e sculture di nove artisti differenti per generazioni e scelte espressive. Ad accogliere il visitatore le opere inedite di Cecilia Bossi. Tubi di plastica assemblati e colorati con impasti cromatici di grande eleganza come testimonianza espressiva di una sua specifica ricerca dove i neri governano i toni delle ombre e il bianco accende la luminosità delle forme.

Il modo migliore poi, per visitare la mostra, è quello di passare in piena libertà da un autore all’altro lasciandoci incantare di volta in volta dalle opere esposte, rese ancora più incisive dalla struttura del museo, l’ex chiesa medioevale di Santa Lucia conosciuta localmente come “tempio gotico” o “chiesone”. Marco Diaco propone opere recenti caratterizzate da una spazialità luminosa impastata di variazioni cromatiche. Sono diversi anni che Diaco dedica la sua ricerca al colore non più inteso come luogo della pittura ma come “campo materico”. Stefano Sorrentino riflette sul valore della pittura stessa. Le opere in mostra sono il punto di arrivo della sua più fertile stagione creativa.

In questi ultimi anni tende sempre di più a rifugiarsi in una ricerca estetica di pura poesia e di “nobiltà” tutta letteraria. Con Pino Spagnuolo ci si trova di fronte ad un universo di forme che si aggregano con sapienti giochi di incastro e pronte a ripartire per nuove combinazioni. La forza vulcanica della sua pittura si affida a un colore acceso e alla struttura dinamica del segno che rende vibrante, alla minima variazione cromatica, il “campo” del quadro. A portare l’attenzione sulla pittura figurativa ci pensa Rosy Bianco che filma, con grande naturalezza, il reale.

Al centro del suo interesse paesaggi assolati, tranquilli e dai colori vivissimi. Così è anche per Vicenza Costantini che si presenta con una scelta di disegni e di incisioni sul nudo femminile che vanno idealmente a circoscrivere l’intero arco della sua attività, sempre tessuta con un segno incisivo, elegante. Felixandro porta in mostra, invece, una scelta di paesaggi cosmici che segnano il punto più alto della sua intensa e proficua attività pittorica.

Rilevante l’esperienza compiuta da Gloria Tranchida. L’artista realizza le sue tele con materiali di riciclo salvati dai rifiuti e impreziositi con oro e colori metallici a cui restituisce una nuova vita con una diversa dimensione. Su questa direzione si colloca anche Fabio Santori. Agli inizi della sua attività rivisita l’arte informale. In seguito si interessa alla lavorazione di diversi materiali fino a trovare nel legno di riciclo (travi di casse da imballaggio, reperti trascinati a riva dalle onde del mare) un’unica voce protagonista della sua ricerca.

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