Panafricanismo e Repubblica Popolare Cinese. L’intervento della scrittrice, giornalista e attivista panafricana statunitense Margaret Kimberly

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Margaret Kimberly è una scrittrice, giornalista (già editorialista di Black Agenda Report) e attivista panafricana statunitense, molto attiva nei movimenti per la pace, la giustizia sociale, i diritti civili e umani, nonché sostenitrice, alle ultime elezioni presidenziali USA, della candidata verde Jill Stain.

Lo scorso 29 settembre, ha partecipato all’incontro organizzato dall’associazione “Friends of Socialist China”, tenutosi a New York, in occasione del 75esimo anniversario della nascita della Repubblica Popolare Cinese e ha tenuto un interessante discorso.

Molto interessanti diversi passaggi, in cui, nel solco del grande intellettuale panafricano W.E.B. Bois (1868 – 1963) – socialista che per primo incoraggiò, nel 1955, la Conferenza di Bandung, che riuniì il cosiddetto Sud del mondo per la prima volta – che ha citato anche nel suo discorso, ha tratteggiato le attuali relazioni fra Africa e Cina: “Ho visto di persona perché la Cina ha scavalcato il resto del mondo nel suo sviluppo economico, la dedizione ai principi del socialismo e un impegno per la cooperazione mondiale che ha reso le relazioni con la Cina attraenti per l’intero continente africano. Di recente 53 nazioni, ci sono 54 nazioni in Africa, quindi significa che tutte le nazioni tranne una hanno partecipato al recente Forum sulla cooperazione Cina-Africa, noto come Forum di Pechino. Perché dovrebbero partecipare tutte? Beh, immagino che una domanda migliore sia, perché non dovrebbero, considerando i modi in cui le nazioni africane sono trattate dall’Occidente capitalista. Ed ecco un esempio. Sappiamo tutti che gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni alla Russia due anni fa, ma non hanno pensato alle relazioni, alle esigenze, al commercio tra le nazioni africane e la Russia per il grano, per il fertilizzante, e hanno semplicemente detto, “Beh, ti sanzioneremo se continui ad acquistarlo””.

C’erano accordi già elaborati. Ma la rappresentante dell’ONU, Linda Thomas Greenfield, stava agitando il dito contro gli africani, e se vi discostate da questo, vi sanzioneremo tutti. Quindi perché le nazioni africane non vorrebbero allontanarsi da quelle relazioni tossiche? La Cina è devota alla cooperazione, fornendo la cancellazione del debito, le nazioni occidentali, la Banca Mondiale e il FMI, condonano mai i debiti? Non credo”.

Ed ha proseguito sottolineando: “Ora, ci sono delle contraddizioni, ovviamente, perché queste 50 e passa nazioni africane sono tutte molto diverse. Quindi, per esempio, si sono presentati tutti questi Capi di Stato, quindi ci sarebbero stati Ruanda e Uganda, ma hanno trascorso decenni a saccheggiare violentemente la Repubblica Democratica del Congo. Ma tutti e tre erano lì. C’è una nuova alleanza di stati del Sahel, Mali, Niger, Burkina Faso, sono stati attaccati da alcuni dei loro vicini nella Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale, ECOWAS, che dovrebbe essere un raggruppamento economico, ma è sotto il controllo degli Stati Uniti che hanno persino minacciato un intervento militare contro quegli stessi Paesi.

Quindi abbiamo le nazioni fantoccio occidentali e quelle che cercano l’indipendenza che erano tutte presenti. E voglio sottolineare, se parlo di nazioni africane, penso che dovremmo sempre menzionare l’Eritrea, l’unico Paese che ha mantenuto il suo impegno per il socialismo, motivo per cui è sempre sotto attacco. Ecco perché è considerato un insulto. È chiamata la Corea del Nord dell’Africa, sai, come se la Corea del Nord, la DPRK, fosse una specie di strano insulto. L’Eritrea è solo un Paese che ha mantenuto la sua indipendenza che non vuole prendere prestiti dalla Banca Mondiale e soffre a causa delle sanzioni”.

Relativamente ai rapporti economici Africa-Cina, Kimberly ha sottolineato che: “E’ importante, molto importante, che la Cina mantenga il suo impegno ad avere relazioni più eque e non sia come voi, gli Stati Uniti, il Canada e l’Europa, che si limitano a estrarre. Le società di costruzioni cinesi nella RDC, nella Repubblica Democratica del Congo, ad esempio, hanno accettato di investire fino a 7 miliardi di dollari in progetti infrastrutturali come parte dei loro accordi per l’attività mineraria nella RDC, il che è molto importante, sapete, quello che succede nella RDC è una catastrofe per i diritti umani. Abbiamo tutti visto le immagini di uomini, donne e bambini piccoli con solo un secchio e una pala che estraggono minerali e risorse che altre persone usano per arricchirsi”.

E relativamente ai BRICS e al futuro del Sud del mondo, Margaret Kimberly ha fatto presente che: “Unire le mani per far progredire la modernizzazione e costruire una comunità Cina-Africa di alto livello con un futuro condiviso” è un titolo fantastico e riassume il modo in cui la Cina si sta avvicinando alle nazioni del Sud del mondo e questo spiega perché le nazioni africane vogliono unirsi ai BRICS.

Parole di grande ispirazione e auspicio, nel solco di un mondo multipolare, pacifico, cooperante, in grado di superare i blocchi contrapposti e le vecchie logiche da Guerra Fredda, le cui origini affondano proprio nella Conferenza di Bandung e nel lavoro di grandi leader storici di vari Paesi del mondo: Pietro Nenni, Zhou Enlai, Josip Broz Tito, Jawaharal Neru, Gamal Abd Al-Nasser, Nicolae Ceausescu, Juan Domingo Peron e gli attuali Lula Da Silva e Xi Jinping, per citare i più celebri e attivi.

Luca Bagatin

www.amoreeliberta.blogspot.it

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