Fenomenologia di un’ossessione

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di THOMAS MARGONI

Quella che gli esponenti del centro-sinistra e della sinistra italiana, hanno dimostrato di avere negli ultimi 17 anni, non è una normale considerazione di un avversario politico come soggetto da sconfiggere in una competizione. Ha piuttosto i connotati di una malattia, di una ossessione per l’esattezza.

E sì, perché lo schiumare di rabbia e il nervo scoperto oltre ogni ragionevole misura che questi personaggi tradiscono in tutte le occasioni e tutti i santi giorni, come dicevano quelli che sanno parlare bene, è sintomo di un qualcosa che non funziona a dovere nel loro cervello e nel loro sentimento. E’ un’avversione malata. L’insanità di tale atteggiamento si può facilmente evidenziare, andando a considerare l’accanimento senza precedenti e l’odio quasi viscerale di uomini che, quando parlano di Silvio Berlusconi, vedono cambiare perfino i propri connotati fisici. Nemmeno si trattasse di Adolf Hitler…

Le origini di tutto ciò sono da ricercarsi nella discesa in campo, a fine 1993, del Cavaliere, che ritenne necessario, a salvaguardia della democrazia, cimentarsi nell’agone politico. Fu il sig. Occhetto, leader del PDS, che fece le spese per primo della forza nel raccogliere consensi del presidente del Milan, che veniva peraltro allora bollato come dilettante quasi allo sbaraglio che andava al macello contro dei politici veri e navigati, come per l’appunto il piemontese erede di Berlinguer (non voglio naturalmente fare paragoni tra i due, ci mancherebbe altro…). Certo di diventare Presidente del Consiglio, Achille finì miseramente a casa sua, dove tuttora si trova.
Ma erano già i tempi della giustizia a orologeria, dei processi inventati, delle perquisizioni a Mediaset, dei Saverio Borrelli, dei Davigo, delle Boccassini, di altri ameni rompiscatole (oopss… giudici) che, naturalmente privi di interessi politici, ma fedeli solo al Codice, si misero a perseguitare il Berlusca. Che però, non mollò e, anzi, trasse forza ulteriore dalla persecuzione. Che, va detto, continua ancor oggi, esattamente come allora.

Ma nemmeno chi venne dopo Occhetto, ha perso il vizio di cadere nel tunnel della Malattia, quell’ossessione non certo ‘magnifica’ come nel celeberrimo film con Rock Hudson. Invece, l’ex signor Edilnord ha costretto alle cure altri nomi di spicco della politica italiana, tra cui il buon Mariotto Segni (indegno del padre), Max D’Alema, il perfido baffo ulivista, Romano Prodi, l’abile manovratore di denari (altrui, e meglio ancora pubblici…), Francesco Rutelli, il prete bello, Pierferdi Casini, il primo Caino, Gianfranco Fini, Giuda Iscariota dei tempi attuali. Trascuro i Follini per pietà, ma cito altresì colui che forse più di altri soffre per la Malattia, e cioè il buon Carlo Debenedetti, favoloso capofinanza ed editore dell’ala sinistra dell’italico Parlamento.

Chi sarà il prossimo? Vendola? Bersani? E poi, il Governo cadrà? O qualcuno dirà “io non ci sto”? Forse anche chi proferì quella frase, dovrebbe vedere un medico…

1 COMMENTO

  1. E’ vero, l’antiberlusconismo sterile ha fatto male alla sinistra italiana ma facciamo attenzione anche all’altro male (uguale e contrario) che affligge molti dei militanti dello schieramento avversario: il berlusconismo cieco.
    Cieco nel non vedere che, al di là dei processi in essere, vi sono dei fatti pacifici di un’inaudita gravità (politica, s’intende) che minano la credibilità del Presidente del Consiglio: stiamo parlando del caso Alitalia, degli scandali c.d. “sessuali” che, in realtà, non hanno nulla a che vedere con il sesso quanto con una disinvolta frequentazione di ambienti quantomeno opachi.
    Quanto poi all’utilizzo della categoria del tradimento (primo Caino, Giuda Iscariota, ecc.) in politica, la trovo una prassi assai poco liberale e sintomo dello stesso male che si imputa agli avversari (ricorda da vicino il trattamento riservato ai transucghi del PCI)

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