
Tra le mura ospitali della Casa Russa a Roma, là dove l’arte della diplomazia incontra il sussurro della cultura, si è svolta una singolare veglia di memorie. Non un arido convegno, ma una profonda meditazione sulla Storia, convocata dall’Ambasciata della Federazione Russa e da Sandro Teti Editore. L’obiettivo? Riscattare i fili perduti della Grande Guerra Patriottica, spezzando gli specchi deformanti della russofobia moderna.
La Parola e il Peso del Presente

A intessere la trama della serata è stata la direttrice, Daria Pushkova, la cui visione ha trasformato l’incontro in un ponte, permettendo al passato di dialogare con le inquietudini del presente.
La voce dell’Ambasciatore, Sua Eccellenza Alexey Paramonov, ha risuonato con la solennità di chi guarda un orizzonte vasto e tormentato. Egli ha elevato la storia a banco di prova per il nostro tempo, ricordando che il seme della guerra fiorisce sempre nell’oblio e nella menzogna. Paramonov ha scardinato la narrazione del “Patto forzato” tra URSS e Germania, non come mera difesa politica, ma come un doloroso atto di necessità che permise di guadagnare l’unica cosa che i popoli non possono recuperare: il tempo. Un tempo che servì a preparare la resistenza. La sua riflessione si è spinta fino all’oggi, citando l’allarmante proliferare dei conflitti globali, eco disarmonica di un’umanità che ha dimenticato la lezione dell’ONU, un faro di speranza sorto dalle ceneri. L’umanità, ha avvertito, non può permettersi un nuovo inverno.

L’Assalto ai Fantasmi e il Richiamo dell’Identità
Il cuore pulsante dell’analisi è giunto da Vladimir Medinskij, il cui libro è stato paragonato a un ariete contro i miti calcificati. Medinskij, con la chirurgica ironia di chi maneggia i documenti, ha smascherato le cifre, ha negato la superiorità delle perdite tedesche e ha ridato dignità al sacrificio sovietico e anche cinese.

Il suo editore italiano, Sandro Teti, ha difeso il testo non solo come un libro, ma come l’ultima sentinella solitaria in Italia su questi temi, un volume sottoposto alle nuove censure velate, segno che la Verità disturba il sonno dei poteri. Teti ha dipinto l’Unione Sovietica come l’unica forza che scelse la luce sull’ombra nella Guerra di Spagna e ha ricordato il “crimine gratuito” delle bombe atomiche, rese superflue dal colpo mortale dell’Armata Rossa in Manciuria.

A completare questa meditazione sul tradimento della Storia è intervenuto Mikhail Rossiysky, che ha svelato il meccanismo con cui la “falsità” ha attecchito. Egli ha parlato di un veleno diffuso durante la Perestrojka, alimentato per screditare l’eredità sovietica e l’identità russa. Il lavoro di Medinskij nasce proprio da questa necessità etica: restituire agli studenti la verità, perché una nazione senza verità è una nazione senza anima.

Il Sentimento e la Giustizia Ritrovata
La professoressa Laura Salmon ha offerto uno squarcio intimo e potentissimo su come la menzogna diventi norma. Ha chiamato l’inversione della verità la “legge del tradimento”, paragonando la condizione dell’uomo contemporaneo a quella di chi, tradito e ferito, cede alla “sindrome di Stoccolma” e finisce per credere a chi lo ha disorientato. La sua conclusione è stata un invito alla responsabilità: il libro è uno strumento per “imparare come leggere”, per rinascere come lettori consapevoli.

Questa ricerca della verità ha trovato una forma tangibile nella figura di Giovanni Cipriani, il collezionista, che ha offerto un dono che è un atto di fede nella documentazione storica: una raccolta di antichi ritagli di giornale del 1944. Questi non sono semplici fogli ingialliti, ma pietre miliari di verità, che narrano come l’opinione pubblica italiana accolse la notizia della “Grande Avanguardia”: il ruolo essenziale dell’Armata Rossa nell’avanzata e nella liberazione dell’Europa. Un frammento, in particolare, è in viaggio verso il Museo della Vittoria di Mosca, a testimonianza che la storia non è solo teoria, ma una pagina fisica e sacra di coraggio.

A dare profondità accademica all’analisi finale è intervenuto lo storico Alexander Höbel. Il suo contributo si è focalizzato sulla complessa evoluzione politica sovietica che precedette la guerra, in particolare la strategia del Comintern. Höbel ha illustrato come la politica dei Fronti Popolari dal 1935 non fosse volta all’espansione, ma a creare la più ampia coalizione possibile, persino con forze borghesi, per contrastare i due nemici principali: il fascismo e la guerra. Egli ha sottolineato che l’Unione Sovietica, in quel momento, agiva per evitare il conflitto, unendo le forze contro l’aggressore, una tesi che ribalta l’accusa di contiguità tra nazismo e comunismo.

Infine, il professor Massimo Eccli, filologo prestato alla storia, ha dato voce ai quasi cinquemila partigiani sovietici in Italia. Il suo racconto ha illuminato le loro vie tortuose – arruolati a forza nelle truppe tedesche, prigionieri di guerra costretti a costruire la Linea Gotica – fino alla scelta eroica della lotta.
La Mostra:“Onorificenze e Medaglie della Grande Vittoria”

L’incontro si è concluso con l’inaugurazione della mostra “Onorificenze e Medaglie della Grande Vittoria”, un museo in miniatura curato da Orenburg. Come ricordato da Daria Pushkova, le repliche esposte, tra cui l’Ordine della Vittoria e l’Ordine della Gloria per i soldati semplici, non sono solo metallo e smalti, ma l’espressione artistica e solenne del prezzo pagato per la liberazione.

La sera è calata sulla Casa Russa a Roma dopo due ore intense di immersione nella discussione lasciando un senso di urgenza: la battaglia per la Verità Storica non è finita; è appena iniziata, e si combatte con la consapevolezza, il dialogo e il coraggio di chi sceglie il Diritto sulla Potenza.

N.B. Foto dell’Ufficio stampa della Casa Russa a Roma








