Sanzioni! Ora che la situazione per Gaza è sull’orlo del precipizio, ora che si è compreso come sia diventato difficile fare il proprio lavoro, ora che la stampa è stata esclusa quasi completamente dal territorio della città di Gaza, è tempo di cambiare direzione.
L’Europa ha preso delle decisioni importanti: sostenere Israele nella sua lotta contro Hamas. Su questo, è evidente, non si torna indietro. Ma c’è l’altra Palestina, quella fatta di civili, usati come scudi umani, che non ricevono più soccorso e aiuti. Prima non li hanno ricevuti perché i beni a lunga conservazione erano vietati perché non finissero nei tunnel dei terroristi (scatolette, biscotti, miele e prodotti integratori alimentari). Ora non li ricevono perché stanno morendo abbandonati.
L’Italia e il Governo Meloni è l’ultima speranza che può salvare migliaia di bambini in fin di vita a Gaza. Il coraggio di una mamma, donna, italiana di chiedere all’Unione Europea delle sanzioni a Israele se non consente immediatamente la consegna di merce umanitaria, medicinali e alimentari a Gaza. No, non si intendono i vecchi accessi alla città, si intende proprio quello che è scritto, l’accesso diretto a Gaza: ai sanitari, agli aiuti umanitari e alla stampa. La pubblica opinione mondiale vuole vedere e sapere, anche solo per eventualmente smascherare quella che per anni è stata definita propaganda. La fame a Gaza è propaganda? Se sì, Israele avrà tutto il vantaggio di dimostrarlo aprendo le porte a medici, giornalisti e professionisti per vedere questa propaganda con gli occhi. Lo dimostri aprendo agli aiuti umanitari immediatamente!
L’Italia è una nazione potentissima politicamente
Il Governo Meloni è chiamato dalle piazze a chiedere le sanzioni a Israele, perché non possiamo rimanere inerti di fronte a questa strada senza ritorno.
La gioventù che ci piace sta scendendo in piazza, e vorremmo che scendesse in piazza con i sindacati anche per lottare per se stessa. Questa è la parte della politica che ha taciuto per due anni. 24 mesi di guerra per un popolo di ventenni è troppo, lì sotto c’è una generazione di Gazavi che – se non interviene il Governo Meloni immediatamente per far consegnare gli aiuti – perirà. No, non è un genocidio, è un eccidio, l’eliminazione indiretta di una intera generazione di persone di molte etnie che risiedono in un piccolo lembo di terra. Non è un genocidio, è una cosa nuova, che non era mai accaduta, che forse non doveva accadere. Per tanto tempo si è temuto per Israele, che è l’ultima frontiera occidentale.
Certo: tutte le nazioni intorno a Israele sono in viaggio in direzione opposta e contraria. Certo: la Palestina è una sola e la gente che ci deve vivere è di tante etnie, mescolate.
La terra è di chi la compra e di chi la occupa. Il tabù dell’Olocausto non deve portarci a chiudere gli occhi su quello che vediamo noi, che in inglese (essendo una lingua senza sfumature e povera) si può definire genocide, e che in italiano si definisce eccidio.
I bambini che muoiono non hanno colore e nemmeno razza! Tutto sommato è secondario anche il credo! Sono bambini!
Si aprirà un nuovo fronte di guerra in Turchia?
Le 45 barche che sono partite oggi dalla Turchia non sono barche alleate di Israele, cosa succederà, finiranno in una guerriglia? Saranno definite come terroristiche anche in questo caso?
L’acqua internazionale che sta davanti a Israele è controllata da Israele, perché dalla Prima Intifada agli Accordi di Oslo sono intervenuti importanti passaggi critici devastanti. Ma Israele è una nazione con una storia giuridica importante, Gaza invece vive alla giornata! Come fa una generazione a sapere quello che non ha potuto studiare sui banchi di scuola!
Il fallimento dei tentativi co-governativi in Palestina

Dalla guerra civile del 2007 tra Hamas e Fatah, Gaza e la Cisgiordania rimangono amministrate separatamente. Un accordo capestro iniziato a Istanbul nel 2020. Un accordo tra le due parti firmato ad Algeri nell’ottobre del 2022 per nuove elezioni, ma tutto è decaduto nel luglio 2023 ad al-Alamein. Fonte
Questo stato di cose, ha dato Gaza in mano alle forze armate e ha delegittimato completamente l’autogoverno arabo. I gruppi armati sono sostenuti dal 71% dei palestinesi, non tanto per il vuoto politico, ma per il Governo che si è insediato a Israele. Benjamin Netanyahu regge un Governo di estrema destra nazionalista. Va ben oltre il concetto sionista al quale si sono opposti gli estremisti nazionalisti di Hamas (di pari estremismo e di pari incapacità alle trattative).
Una soluzione di estrema ratio, tuttavia, potrebbe essere anche la dimissione del Capo del Governo israeliano: attualmente non ha il consenso della comunità internazionale e sta perdendo credibilità. Servono sanzioni per limitarne la deriva.
La comunità internazionale non vuole l’ennesima replica della Guerra nel Golfo, in questo contesto non sarebbe davvero giusto. Recap
Sono appena passati 30 anni da quando i palestinesi arabi hanno cominciato a prendere la strada delle elezioni, del tentativo di governare all’occidentale, non se lo meritano, anche se in questo momento si sono affidati alle peggiori mani possibili, non se lo meritano, sono dei bambini, che ne sanno dei contrappesi e del potere! Vedono quel che vedono con i loro occhi della guerra. Forward
Martina Cecco










