La Grecia verso le elezioni legislative anticipate

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Il 29 dicembre, al terzo turno per eleggere il prossimo Presidente della Repubblica Ellenica, l’unico candidato in corsa – Stavros Dimas – proposto dal governo di Nuova Democrazia e Pasok, ha ottenuto in Parlamento 168 voti (come al secondo turno), 12 in meno dei 180 stabiliti per l’elezione, mentre 132 deputati hanno votato “presente” (il Parlamento Ellenico è composto da 300 seggi). In conseguenza, la Costituzione Ellenica prevede la interruzione della legislatura ed elezioni anticipate, la cui data è da stabilire entro dieci giorni e da svolgersi entro 30 giorni. Dopo l’incontro tra il Primo ministro Antonis Samaras (Nuova Democrazia) e il Presidente della Repubblica Karolos Papoulias, le elezioni sono state fissate per il 25 gennaio.

Samaras ha detto che il governo ha provato quanto possibile per evitarle ma sono diventate inevitabili a seguito della decisione di “una minoranza di 132 deputati, tra i quali Syriza e Alba Dorata”. Sulla stessa linea Evangelos Venizelos, Vice primo ministro e Presidente del Pasok – Movimento Socialista Panellenico, che ha considerato le elezioni anticipate una forzatura. A fronte dei leader della coalizione dell’esecutivo uscente, dai partiti di opposizione arrivano invece commenti favorevoli alla conclusione anticipata della legislatura. Alexis Tsipras, Presidente di Syriza – Coalizione della Sinistra Radicale, ha parlato di “giorno storico per la democrazia greca” e Panos Kammenos, Presidente del partito dei Greci Indipendenti ha detto che “la parentesi Samaras-Venizelos si è chiusa; il duo che ha ceduto la sovranità del Paese sta finalmente abbandonando il governo”.

La legislatura era iniziata nel giugno del 2012 con la formazione di un governo composto da Nuova Democrazia, Pasok e Dimar – Sinistra Democratica, dopo che per la seconda volta in due mesi gli elettori era stati chiamata alle urne. A maggio le elezioni si erano concluse con un equilibrio tra i partiti tale da non permettere al primo partito – Nuova Democrazia – la definizione di un governo e per la prima volta dal 1974 aveva disgregato il duopolio Nuova Democrazia (centrodestra) / Pasok (centrosinistra), portando in evidenza formazioni quali in particolare Syriza e Alba Dorata, oltre ad Anel – Greci Indipendenti, partito formato un paio di mesi prima con una scissione a destra di Nuova Democrazia. L’esecutivo a tre era poi entrato in crisi nel giugno del 2013 a seguito della decisione di Samaras di fermare le trasmissioni della Radiotelevisione ellenica Ert. Tale decisione aveva portato alla uscita di Sinistra Democratica dal governo, da allora formato da Nuova Democrazia e Pasok.

Il 27 dicembre 2014 Antonis Samaras ha pronunciato un appello prima del terzo voto presidenziale trasmesso da Nerit (Nuova Radio Internet e Televisione Ellenica, fondata dopo la chiusura di Ert), sottolineando che coloro che avrebbero votato “presente” si sarebbero assunti la responsabilità degli effetti conseguenti, poiché la maggioranza del popolo ellenico ha espresso la propria contrarietà a elezioni anticipate. Sebbene pronto anche a elezioni anticipate, Samaras ha detto che avrebbe preferito completare quanto il programma avviato dal governo per affrontare la crisi economico-finanziaria. A fronte di un piano di salvataggio della Ue/Bce/Fmi di 240miliardi di euro che ha comportato una riduzione della spesa pubblica e un tasso di disoccupazione triplicato (sebbene da mesi stabilizzatosi intorno al 25-26%), in riferimento ai dati macroeconomici, dopo sei anni, nel 2014, la Grecia è uscita dalla recessione, permettendo un ritorno nel mercato dei bond per la prima volta dal 2010, sebbene l’instabilità politica recente abbia determinato un aumento dei rendimenti.

Un’altra rilevazione condotta dalla Università di Macedonia, pubblicata il giorno dopo il terzo e conclusivo turno del voto presidenziale, ha indicato Syriza – Coalizione della Sinistra Radicale 29.5%, Nuova Democrazia al 25%, Alba Dorata 6%, Kke – Partito Comunista 5%, Il Fiume 5%, Pasok – Movimento Socialista Panellenico 4%, Anel – Greci Indipendenti 2%, Indecisi 15%. Nel sondaggio precedente della Università di Macedonia il vantaggio di Syriza su ND era del 6.5%. Il sistema elettorale ellenico è di tipo proporzionale con sbarramento al 3% e premio di maggioranza (50 seggi) per il partito o la coalizione di partiti che ottiene più voti.

Oltre ai due attuali principali partiti ellenici – Nuova Democrazia (nel Parlamento Europeo aderente al Epp – Partito Popolare Europeo) e Syriza (nel gruppo di Gue/Ngl – Sinistra Unita Europea / Sinistra Verde Nordica) – le rilevazioni indicano la tenuta costante dell’elettorato di Kke (nel gruppo europeo dei Non-Iscritti), la conferma di Alba Dorata (anch’essa tra nei Non-Iscritti) e la novità del partito Il Fiume (ad. S&D – Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici). Pasok (in S&D) è orientato a formare una coalizione con altre formazioni del centro-sinistra ellenico. In corsa per ottenere seggi nella prossima assemblea legislativa anche i Greci Indipendenti (ad. Ecr – Conservatori e Riformisti Europei). Il 3 gennaio Giorgos Papandreou, già Primo ministro dall’ottobre 2009 al novembre 2011, ha annunciato la formazione del Movimento dei Socialisti Democratici, al fine di partecipare alle prossime elezioni. Questa decisione segna il suo distacco dal Pasok (fondato dal padre, Andreas, nel 1974) da cui già da qualche mese aveva evidenziato la distanza.

Evangelos Venizelos prevede che le prossime elezioni non daranno ad alcun partito una maggioranza tale da poter governare da solo, per cui l’opzione più probabile sarebbe la formazione di un governo di unità nazionale, in cui Pasok avrebbe il ruolo di garante della stabilità nazionale nella fase successiva a quella che è stata caratterizza dal piano di salvataggio. Il margine variabile tra Syriza e Nuova Democrazia, la tendenza a una polarizzazione dell’elettorato sui due partiti e in parallelo una persistente frammentarietà del panorama politico-elettorale rendono le previsioni post-elettorali incerte.

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