IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO, UNA SPIEGAZIONE SEMPLICE

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Una spiegazione semplice  (Giorgio Arfaras, direttore di Lettera economica del Centro Einaudi)

Il debito pubblico italiano, che si manifesta essenzialmente in obbligazioni emesse dal Tesoro, si forma perché le spese dello Stato sono maggiori delle sue entrate. Questo è il deficit. La differenza, se non è finanziata con l’emissione di moneta, è coperta con l’emissione di obbligazioni. Come si è formato il deficit? Più o meno tutti i Paesi sviluppati hanno visto crescere smisuratamente la spesa pubblica a partire dagli anni Sessanta. Quelli che hanno registrato una crescita delle imposte non troppo distante dalla crescita della spesa, hanno oggi dei debiti contenuti. Altri, invece, hanno speso velocemente mentre le imposte crescevano lentamente. Da qui i grossi deficit, che cumulati, hanno prodotto un gran debito pubblico.

La spesa pubblica si divide fra la spesa per lo Stato minimo, e quella per lo Stato sociale. La prima finanzia la polizia, i magistrati, i soldati. Ossia l’ordine, la giustizia, la difesa, funzioni imprescindibili dello Stato. La seconda finanzia i medici, gli infermieri, le medicine, gli insegnanti, ecc. Ossia la salute e l’istruzione. Premesso ciò, la spesa per lo Stato minimo è rimasta all’incirca la stessa nel secondo dopoguerra, mentre è esplosa quella per lo Stato sociale. Ed è qui il punto. Quest’esplosione è avvenuta in tutti i Paesi europei. Negli Stati Uniti un po’ meno, ma non troppo meno, se si fanno dei conti sofisticati. Dunque non è un fenomeno solo italiano. O meglio, l’Italia spende più di alcuni altri Paesi, ma non “troppo di più”. Il punto è che ha incassato di meno per troppo tempo. Abbiamo così a che fare con un fenomeno storico. In conclusione, l’Italia ha speso più di quanto incassasse per troppo tempo, e si trova oggi ad avere un gran debito pubblico.

Fino a quando, lo Stato italiano ha speso più di quanto incassasse? Fino all’ultimo governo Andreotti. Il conto è fatto guardando la spesa pubblica, meno le entrate, prima del pagamento degli interessi (il saldo primario). Intorno al 1990 il bilancio dello Stato va in pareggio prima del pagamento degli interessi. In altre parole, non genera un nuovo deficit prima di pagare gli interessi sul cumulato dei deficit prodotti nel corso della storia (il debito). Da allora il saldo primario è stato in avanzo, o in pari, o in leggero disavanzo. Il deficit, che comunque c’era e c’è ancora (nel 2013 circa il 3%), è il figlio del pagamento degli interessi sul debito cumulato. Questi deficit, anche se solo finanziari, hanno però prodotto altro debito. La crescita economica non è mai stata troppo robusta, e perciò il rapporto debito/Pil o è rimasto stabile, o è cresciuto. Ultimamente il rapporto è cresciuto molto, perché il Pil (il denominatore) è caduto molto nel biennio 2008/2013 e non si è ancora ripreso.

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