Caro Cav, riaprire i bordelli è una buona misura economica e politica

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di Adriano Gianturco Gulisano

Daniela Santanchè ha proposto di riaprire le case chiuse, abrogando alcuni articoli della legge Merlin e comincerà a breve a raccogliere le firme per un referendum.

Come tutti i proibizionismi, quello della prostituzione non elimina affatto il fenomeno ma crea un mercato nero che poi i governi dicono di voler combattere. Oggi molte donne che si prostituiscono non lo fanno per libera scelta, ma perchè obbligate e minacciate dalla criminalità organizzata che ci guadagna. L'igiene ne risente e la tratta internazionale di giovani ragazze è vera e propria schaivitu'. Inoltre le forze dell'ordine e la magistratura spendono energie e denaro nel combattere questo crimine. Insomma la mafia ci guadagna e lo stato ci perde.

Permettere la prostituzione toglierebbe innanzitutto un grande business alle mafie, darebbe la possibilità alle prostitute di decidere del proprio lavoro e risponderebbe alla domanda dei tantissimi clienti. Inoltre si snellirebbero i compiti di polizia e tribunali, che potrebbero così occuparsi d'altro. Sicurezza e velocità dei processi passano anche da qui.

Berlusconi nel 2001, all'inizio della nuova legislatura, aveva detto di voler fare in modo che i bambini non vedessero più lo scempio della prostituzione sulle strade. La Santanchè ha avuto il coraggio di fare una proposta efficace ma che dividerà, eppure in passato componenti della Lega e di An si sono detti a favore di una simile misura e ora che l'Udc è all'opposizione Berlusconi ci stupisca. Il decisionismo lo applichi in contropiede. Faccia suo lo spirito dell'iniziativa e rilanci con una proposta del governo che ci risparmi i costi del referendum. Non c'è bisogno che tutto l'elettorato decida dei liberi scambi tra prostitute e clienti, che oltre loro non intacca nessun altro, ancor di piu' se posso farlo tra quattro mura.

Il presidente del Consiglio ha l'oppurtunità di "vedere e raddoppiare" liberandosi di pericolose sirene paternaliste e iper-regolamentatrici. Non appesantisca le amministrazioni locali del costo di dover stabilire edifici o aree apposite, non regolamenti orari d'apertura e di chiusura, non stringa l'intermediazione, ecc. Ricordandosi infine che oltre tutto ciò, il mercato nero della prostituzione non finirà del tutto se non si dà un forte taglio alle imposte sul reddito.

 

Per gentile cortesia dell'autore, il pezzo è stato pubblicato su l'Occidentale

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